martedì 11 dicembre 2007

Ernesto, quando l'epilessia è una condanna

Ernesto è un bellissimo cane derivato dal pastore tedesco, ha un carattere forte e forse questo è la sua salvezza. E' infatti soggetto a frequenti crisi epilettiche per le quali segue da tempo una terapia che purtroppo però, forse anche a causa del fatto che viene somministrata in canile in tempi non sempre perfettamente sincronizzati, a volte non ha effetto.

Trovargli una casa è naturalmente un'impresa disperata, Ernesto non è un cane facile e ne siamo consapevoli. Il suo dovrebbe essere un rapporto esclusivo con un padrone consapevole della responsabilità che si troverebbe a dover affrontare nell'accudire questo cane.

Tuttavia, la speranza è per noi ciò che rende il nostro lavoro in canile più leggero di quanto altrimenti non sarebbe.

Guardate questo video, fissate il suo sguardo, i suoi occhi. Non chiedono altro che un posto per lui, nel mondo.


Sfortunatamente l'epilessia è una malattia instabile, le cui cause possono essere molteplici e non tutte ancora accertate. Quel che è certo è che il sistema nervoso centrale subisce una sorta di sovraccarico per cui le cellule neuronali lavorano più del dovuto producendo le scariche epilettiche che danno origini alle crisi, che possono manifestarsi con problemi di tipo psicomotorio (comportamenti compulsivi come girare su se stessi o mordersi la coda), oppure con evidenti momenti di "assenza" dell'animale (fissa il vuoto senza motivo o come se vedesse qualcosa), con vere e proprie sindromi convulsive (la perdita del controllo del proprio corpo, che diviene rigido e scosso da fremiti incontrollati).

Al momento esistono molti farmaci la cui funzione è quella di calmare il soggetto (generalmente barbiturici, ma anche benzodiazepinici e bromuro), limitando gli attacchi epilettici e riuscendo in taluni casi a bloccarli. Tuttavia non si tratta di vere e proprie cure poiché nei casi più gravi possono non essere sufficienti e per questo si può ricorrere a politerapie che associano più medicinali insieme. Se da una parte l'effetto di queste mescolanze è quello di fermare l'epilessia, dall'altro molto spesso l'animale resta intontito per molto tempo, perdendo la propria naturale lucidità.

Una via alternativa può essere associare l'omeopatia alla medicina tradizionale con lo scopo, nel caso di buona riuscita della terapia, di abbandonare a poco a poco il prodotto sedativo per lasciare posto alla sola somministrazione omeopatica. Attualmente non sono molti i medici veterinari che utilizzano l'omeopatia e per questo è necessario rivolgersi a uno specialista che possa associare il giusto farmaco sulla base della gravità dell'epilessia del cane.

Monica P. una nostra volontaria particolarmente legata ad Ernesto, dice di lui:

"Ernesto ha forte nel suo DNA la presenza del lupo. E' un cane molto indipendente e sono sicura che avrebbe preferito la solitudine e il silenzio all'abbaiare di un canile. E' uno splendido esemplare e se fosse stato libero in natura, lo immagino in mezzo a boschi ad annusare le tracce di qualche animale. Sembra sentire ben chiare la sua individualità e la sua fierezza.

E' bello camminare accanto a lui lasciandogli il suo spazio. Purtroppo soffre di crisi epilettiche e quando si verificano sotto i nostri occhi, anche quando ormai sono passate è sempre un dispiacere enorme lasciarlo da solo per tornare a casa. Quando ha le crisi, tutta la sua forza sembra uscire dal suo corpo in maniera violenta e incontrollata. Lui non decide più e viene sopraffatto, per una decina di secondi, da una scarica nervosa. Quando questa si blocca, lui ci guarda, come a chiedere a qualcuno di spiegargli cosa succede e impaurito, di non lasciarlo solo, quando si ripresenterà.

Le scariche nervose nel suo caso, a volte si verificano anche dieci volte in una giornata e tra l'una e l'altra Ernesto non riesce a restare tranquillo, il suo corpo cerca di sfuggire loro camminando freneticamente. Un cane così forte d'improvviso scatena una tenerezza unica e vorremmo solo abbracciarlo.

L'epilessia è una malattia strana, che mette il cane in situazioni di pericolo tali che possono diventare mortali, come ad esempio causare un trauma da caduta e debilitare il suo stato psico-fisico, facendogli perdere l'appetito. Nei casi più violenti inoltre, le crisi possono provocare degli scompensi cardiaci che potrebbero causare il decesso del cane. Fortunatamente, per quanto riguarda Ernesto, tra un episodio epilettico e l'altro, a volte passano anche un paio di mesi e questo gli permette una vita quasi normale, come quella di qualunque altro animale."


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao...pochi minui fa'il mio cane "Camouflage"un labrador ha avuto una crisi epilettica.Erano due anni che non si verificava questo evento,pensavo che dopo l'inizio della terapia(Gardenale) la cosa fosse passata ed invece non e' stato cosi' e vederlo durante gli attacchi m fa male ma mi rendo conto di essere impotente.Ho letto la storia di Ernesto e mi ha fatto tenerezza e spero con tutto il cuore che possa stare tranquillo...farei qualsiasi cosa per i cani,li adoro.Ciao,
Marianna.